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COL DECRETO DIGNITA’ SALTO NEL BUIO

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Giovedì 19 Luglio 2018

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“Il decreto “Dignità” di dignitoso non ha proprio nulla. E’ un provvedimento per il quale non è stato previsto uno straccio di vera copertura economica e appare sostanzialmente il frutto di quell’improvvisazione al potere che è sempre di più il marchio di fabbrica della delegazione grillina al Governo. Soprattutto, però, rischia di far precipitare il Paese indietro di anni, ingessando il mercato del lavoro, mettendo nuovi ostacoli alla libertà di impresa e rivalutando un assistenzialismo d’antan che forse neppure la sinistra Dem avrebbe osato rispolverare”. Così Claudio Pedrazzini, Deputato di Forza Italia, sul DL “Dignità”.

“Di Maio ha purtroppo superato se stesso, facendo tanti disastri in un colpo solo – prosegue Pedrazzini -: ha aumentato il costo della flessibilità in uscita e ha ridotto la flessibilità in entrata, ha fatto salire il costo del lavoro a termine anziché ridurre quello a tempo indeterminato e ha reintrodotto il vincolo burocratico con cui si richiede di indicare i motivi di ricorso al lavoro a termine, favorendo così un sicuro aumento del contenzioso. Pesanti anche le conseguenze sul terzo settore: le Onlus saranno costrette a tagliare i contratti a tempo determinato un anno prima dell’attuale scadenza per non avere aggravio di costi, così molti giovani si troveranno senza un lavoro”.

“I leghisti, incalzati da Forza Italia – continua Claudio Pedrazzini -  sono riusciti a convincere Di Maio a fare almeno un parziale passo indietro sui voucher. Ma per il resto la prima iniziativa del Governo Conte si annuncia già fallimentare. Persino il pur paziente ministro Tria non ha potuto che allargare le braccia alla richiesta di lumi sulle coperture economiche del provvedimento che dovrebbe preludere al reddito di cittadinanza. I soldi non ci sono e al momento non è dato sapere neppure quali altre misure per il contrasto alla povertà oggi in vigore saranno sacrificate sull’altare dell’ego smisurato di Giggino o’ Vicepremier: se il reddito di inclusione o l’assegno di ricollocazione. Tenuto tra l’altro conto che nemmeno sommate sarebbero lontanamente sufficienti a coprire le promesse grilline”.

“Purtroppo i 5 Stelle non sono disposti ad ascoltare suggerimenti – conclude l’onorevole azzurro -. Chiunque osi contrastare il racconto grillino diventa inevitabilmente un nemico giurato di Di Maio, che si conferma pronto a ingaggiare scontri istituzionali con tutti pur di difendere l'indifendibile. L’ultima a finire nel mirino è stata Confindustria. Era già successo con altre rappresentanze economiche, con i giornalisti e con le opposizioni. Per tutti, insulti e nessuna considerazione. Con il decreto “Dignità” il Governo costringe l’Italia a un salto nel buio e solo Di Maio e i suoi accoliti sembrano non rendersene conto”.

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