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COVID: PRIMI EFFETTI POSITIVI

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Venerdì 27 Novembre 2020

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"La valutazione degli esperti è unanime: dopo tre settimane dall’entrata in vigore delle ultime disposizioni governative che hanno evitato un lockdown su scala nazionale, con la suddivisione dell’Italia in zone (rossa, arancione, gialla) in relazione a fattori di rischio diversi da Regione a Regione, si percepiscono i primi risultati. I contagi, la cui intensità rischiava di travolgere il sistema sanitario, crescono ancora, ma non più come nelle scorse settimane.

Il meccanismo stabilito attraverso Dpcm e ordinanze del Ministero della Salute, sulla base di indicazioni e proposte del Comitato Tecnico Scientifico, ha fatto sì che il tasso di diffusione del virus nel giro di breve tempo si sia ridotto ed i contagi, arrivati anche a superare i 40.000 al giorno, siano in calo. Non però i decessi, purtroppo, ancora numericamente troppo elevati. Una situazione analoga si registra in quasi tutta Europa, dove molti Paesi sono ricorsi a lockdown nazionali. In Italia, dopo la Lombardia, la cui situazione era e rimane allarmante, sono entrate in “zona rossa” Calabria, Campania, Abruzzo, Toscana, Piemonte, Valle d’Aosta e Alto Adige. Il sistema di individuazione delle aree si basa su indicatori uguali per tutti e può determinare entrate od uscite da una specifica “zona”, in relazione principalmente alla situazione dei contagi e dell’assistenza ospedaliera, come ribadito anche dal Ministro Speranza, nonché a livello lombardo dal Presidente della Regione in vari confronti con i Sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia. Aver chiesto un trattamento particolare per il Lodigiano, come hanno fatto alcuni Sindaci prevalentemente della Lega, ci è perciò sembrato sbagliato. Molti altri Sindaci, con un approccio differente, hanno invece indicato possibili azioni per ridurre il contagio. Pertanto, appare più opportuno assumere decisioni che riguardino l’intera Lombardia, di fronte a un miglioramento dei dati che si sta verificando per effetto delle scelte adottate a livello nazionale.

Cerchiamo di non disperdere questo risultato come purtroppo si è fatto in estate: per creare maggiore sicurezza sarebbe ora necessario coordinare un vero piano di test e tamponi, anche di tipo “rapido”. In queste settimane, sul tema dell'emergenza è cresciuto anche nel Lodigiano un forte dibattito, che coinvolge Sindaci, medici e personale sanitario, pazienti, cittadini, organizzazioni sindacali, associazioni di volontariato, l’Associazione Medici di Famiglia e il suo Presidente, il Comitato per gli Ospedali di Casalpusterlengo e Codogno.

E’ un fatto molto positivo, anche se segnala differenze non lievi. D’altra parte è comprensibile che sulle grandi questioni si manifestino posizioni distinte; occorre allora una forte capacità di ascolto, per cercare di fare sintesi ed individuare obiettivi condivisi.

Fu così, per esempio, per l’istituzione della Provincia, per la lotta contro la trasformazione a carbone della centrale elettrica di Tavazzano/Montanaso, per la definizione dei contenuti del primo Piano Territoriale Comprensoriale. In queste occasioni il Lodigiano seppe trovare le intese necessarie attraverso una grande discussione che coinvolse tutte le istituzioni e i cittadini. Perché non farlo anche ora, a partire da Lodi, dalla Provincia, dai più grandi Comuni, chiamando i Consigli comunali a discutere della situazione di emergenza sanitaria, a condividere il lavoro dei Sindaci che è stato rilevante, a definire processi di innovazione nel territorio, di cui tutti avvertiamo il bisogno?

Come Partito Democratico abbiamo contribuito a questa discussione con un documento, inviato nella scorsa primavera a tutti i soggetti coinvolti attivamente sul territorio, e con due iniziative pubbliche svoltesi (nel rispetto delle misure di prevenzione) a Codogno e a Brembio. E’ necessario continuare nel lavoro di confronto verso scelte più partecipate, per affrontare la situazione di emergenza sia in riferimento all’epidemia (ad esempio sul futuro piano dei vaccini), sia riguardo alla cura delle patologie gravi, con migliaia di persone in lista di attesa. Il confronto potrebbe iniziare in sede di Assemblea dei Sindaci della Provincia, con un’analisi dei risultati dell’indagine epidemiologica sul Covid-19 alla quale hanno aderito tutti i Comuni, da presentare attraverso un documento a cura di ATS e ASST.

Il Partito Democratico è disponibile a portare le proprie proposte sia per l’intervento immediato sul rafforzamento della sanità territoriale e delle attività di prevenzione, sia per una riforma radicale della sanità lombarda, in vista della scadenza a fine anno della sperimentazione avviata con la legge regionale 23/2015, in una discussione aperta e pubblica. Nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, nel nostro territorio come a livello nazionale, è possibile, come suggerito dal Presidente Mattarella, costruire un “clima politico” di maggiore responsabilità? Oppure la richiesta di coinvolgimento delle opposizioni vale solo per il Parlamento? A Lodi, a Codogno, a Casalpusterlengo, a Sant’Angelo, in Provincia e in Regione è possibile fare quello che a livello nazionale il centrodestra chiede al Governo?"

Commissione socio-sanitaria Federazione Provinciale di Lodi del Partito Democratico

 

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