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DECRETO SALVINI DAGLI EFFETTI DISUMANI

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Martedì 04 Dicembre 2018

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Dopo la Caritas Diocesana, a firma del suo direttore, nel Lodigiano è il Partito Democratico a prendere posizione sul contestato 'Decreto Salvini'.

Ecco il testo dell'intervento della segreteria del PD di Lodi e di quello Provinciale.

"Con la lettera pubblicata sabato scorso dal Cittadino, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini vorrebbe convincere i lodigiani dei presunti benefici del “decreto sicurezza”, oggi diventato legge. Un tentativo che trascura completamente i numerosi e autorevoli pareri con cui analisti, giuristi e politologi hanno spiegato chiaramente gli effetti devastanti che questo provvedimento produrrà, con una previsione di ben 60.000 migranti irregolari in più da qui al 2020. E’ quindi opportuno invitare la cittadinanza lodigiana a riflettere sui grossi limiti che questo decreto porta con sé.

1) Il decreto cancella in via definitiva i permessi di soggiorno umanitari, una delle tre forme di protezione che potevano essere accordate ai richiedenti asilo (insieme all’asilo politico e alla protezione sussidiaria). La protezione umanitaria durava per due anni e dava accesso a forme di integrazione, tra cui l’opportunità di trovare lavoro. Al suo posto il decreto introduce una serie di permessi speciali, della durata massima di un anno che, al contrario, lasceranno queste persone in una posizione di insicurezza e alla mercé di reti mafiose che ingloberanno queste persone nei traffici illegali. Gli effetti di questa misura sono sotto gli occhi di tutti: uomini, donne, bambini sono già stati letteralmente “sbattuti” in strada. La stampa nazionale riporta anche casi di donne incinte cacciate dai centri di accoglienza, con tutti i rischi annessi. A dirla tutta, questo capitolo ci fa sentire meno sicuri e anche meno umani. L’isolamento e la marginalizzazione inoltre favoriscono fenomeni di radicalizzazione e di disagio che vanno proprio nella direzione opposta della sicurezza.

2) Il sistema SPRAR, l’accoglienza diffusa gestita dai Comuni che serve a fornire ai richiedenti asilo corsi di lingue e altri percorsi di integrazione, ritenuta una buona pratica a livello europeo, viene invece depotenziata. L’accesso al sistema sarà infatti limitato a coloro che hanno visto accogliere la domanda di protezione internazionale, mentre non potranno più prendervi parte coloro che sono ancora richiedenti. Questi ultimi saranno quindi trasferiti nei centri di accoglienza ordinari, dove attenderanno le decisioni sulle loro domande, nella più completa inattività e senza possibilità di integrazione con il territorio. Sarà quindi del tutto inutile sorprendersi e lamentarsi se nelle nostre città aumenteranno le situazioni di bivacco di gruppi di stranieri lasciati senza far nulla, abbandonati a vivere nell’inerzia e in più esposti al rischio di derive comportamentali. Ma non basta, perché per effetto di questa misura saranno anche licenziati molti operatori italiani che con professionalità e passione fino a ieri portavano avanti un lavoro dignitoso e utile, contribuendo in modo concreto ad una efficace integrazione dei migranti.

3) Vale poi la pena di far notare ai lodigiani che il “DASPO Urbano” indicato da Salvini come misura virtuosa a disposizione dei Comuni per contrastare fenomeni di degrado, ad oggi nella nostra città è servito esclusivamente a “fare la guerra” ai venditori abusivi di fiori, permettendo qualche “maxioperazione” di sequestro di rose. Anche le tanto decantate assunzioni di nuovi agenti di polizia (misura senz’altro opportuna) non sono merito di Salvini, che a questo scopo utilizzerà risorse che in realtà erano già state programmate dal suo predecessore Minniti e stanziate dal Governo Gentiloni. Quanto al potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, nessuno ne contesta l’utilità (d’altra parte, a Lodi sono state le giunte di centrosinistra a credere e investire per prime in questo strumento, con convinzione ma senza enfasi fuori luogo): ci si domanda solo se basti questo a motivare l’intervento del Ministro dell’Interno sul quotidiano locale.

4) Il prossimo 11 dicembre sarà firmato il Global Compact for Migration, l’accordo concepito per favorire una migrazione “sicura, ordinata e regolare” attraverso la creazione di una rete internazionale per l’accoglienza di migranti e rifugiati. Nonostante il Ministro degli Esteri Moavero si sia detto inizialmente favorevole alla firma dell’accordo, e lo stesso abbia fatto il premier Conte, la feroce opposizione da parte di Salvini potrebbe portare l’Italia a non aderire a questa intesa.

5) Il Ministro Salvini parla di "rimpatri", peccato che di sua mano non sia ancora riuscito a strappare uno straccio di accordo con i Paesi di origine dei migranti. Quindi sarebbe curioso capire dove intende rispedirli e sulla base di quali accordi, tenendo in considerazione che i rimpatri devono essere effettuati in condizioni di sicurezza e nel rispetto dei diritti fondamentali. I fondi che sono stati messi a disposizione per i rimpatri restano comunque molto limitati e, dati alla mano, è presto svelato il bluff elettorale di Salvini: nel 2018 riferendoci a giugno, luglio e agosto il numero dei rimpatri è stato di 1.296 (quando in campagna elettorale ne aveva promessi ben 500.000 nel primo anno di governo), oltretutto in calo rispetto ai dati del 2017.

Occorre peraltro ricordare che nella lettera Salvini millanta di avere ridotto gli sbarchi dell’80%, ma la diminuzione degli sbarchi era già in corso prima dell’insediamento di Salvini al Viminale ed è frutto delle iniziative del suo predecessore, Marco Minniti, attraverso le seguenti misure: a) l’approvazione del decreto migranti del 2017, che ha agevolato i rimpatri, con un aumento del 15% rispetto al 2016, per un totale di 17.000 nell’anno; b) la firma del memorandum con il primo ministro libico Fayez Al-Serraj per il contrasto ai flussi migratori clandestini. Senza queste misure non si sarebbero ridotti gli sbarchi anche se purtroppo, per effetto dell’esternalizzazione delle frontiere, sono stati istituiti i campi di detenzione libici, che legittimano un vero e proprio sistema di sfruttamento, di violenze e di crudele prigionia che riteniamo dovrebbe essere smantellato a favore di canali legali, quali visti umanitari, visti di lavoro e di studio, corridoi umanitari.

Insomma, c’è ben poco da celebrare nel “decreto sicurezza”, anzi: viene demolito il sistema di accompagnamento degli stranieri fuori dalla condizione di emergenza e si presta il fianco a situazioni di emarginazione e isolamento che di fatto agevolano nuove forme di sfruttamento criminale e fenomeni di radicalizzazione. Proprio l’esatto contrario di quello che servirebbe per aumentare la sicurezza, a Lodi e nel resto d’Italia".

 

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