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INFLUENZA AVIARIA: CONTENERE L'EPIDEMIA

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Mercoledì 29 Dicembre 2021

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La rapida espansione dell’influenza aviaria in Lombardia - a fine dicembre si contano già 40 allevamenti colpiti di cui 16 in provincia di Brescia e 22 in provincia di Mantova- richiede interventi rapidi e incisivi per contenere sia l’epidemia sia i danni per le decine di allevatori, già provati dall’aumento del costo dell’energia e delle materie prime.

Per questo, con un’interrogazione a risposta scritta a prima firma Gianni Girelli, il Partito Democratico chiede a Regione che tipo di monitoraggio sta predisponendo e quali azioni sta mettendo in atto per arginare il diffondersi dei focolai, quale tipo di ristori immagina per le aziende colpite e soprattutto quali passi concreti ha mosso nei confronti del Governo centrale affinché nella stesura del PNRR vi sia una sezione dedicata alla biosicurezza con particolare riferimento agli allevamenti avicoli. 

“Nel periodo 2020 - 2021 molti Paesi europei sono stati colpiti da un’epidemia di influenza aviaria causata da sottotipi H5N1 e H5N8. Si tratta di un’ondata tra le più vaste e durature mai verificate in Europa - spiega il consigliere PD Gianni Girelli -  L’origine di questi fenomeni epidemici è attribuibile alla migrazione di uccelli selvatici principalmente dal nord est Europa (Russia , Kazakistan , Mongolia). A partire dal 19 ottobre 2021 il Centro di referenza nazionale (CRN) per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle ha confermato diverse positività per virus dell’Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI) nel pollame domestico. La maggior parte dei virus sono stati identificati come appartenenti al sottotipo H5N1. Sono stati coinvolti primariamente allevamenti di tipo industriale, soprattutto tacchini da carne situati in provincia di Verona. Anche se in tutti gli allevamenti risultati positivi sono state svolte o sono in corso le operazioni di abbattimento, pulizia e disinfezione, e le misure di controllo generali e specifiche nelle zone di protezione e di sorveglianza sono state implementate, la situazione non è migliorata. Anzi, rischia di aggravarsi senza interventi mirati e veloci”.

“Per arginare il fenomeno, inoltre, l’unica soluzione efficace finora perseguita è stato l’abbattimento degli esemplari avicoli dove si è registrato il focolaio, con evidenti danni economici per le aziende colpite - conclude Gianni Girelli - Per questo sono necessarie non solo misure urgenti di ristoro, ma anche politiche di lungo respiro che aiutino le imprese del settore a dotarsi di impianti e tecnologie che limitino l’insorgenza di epidemie sempre più frequenti soprattutto nel settore avicolo, settore strategico soprattutto per le provincie di Brescia e Mantova”.

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