Alla Camera, nella seduta dedicata all’approvazione della legge di bilancio, il governo ha accolto un ordine del giorno firmato da Michela Vittoria Brambilla (Fi) e da altri deputati aderenti all'intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, impegnandosi a valutare l’opportunità di portare al 10 per cento l’Iva sugli alimenti per animali e sulle prestazioni veterinarie. Il corrispondente emendamento, presentato sempre dall’Intergruppo di cui è presidente l'on. Brambilla, non era stato preso in considerazione dalla commissione Bilancio del Senato.
“Le prestazioni veterinarie e la cessione dei prodotti alimentari per animali da compagnia - premette il testo dell’odg - sono collocate nello scaglione IVA più elevato, al pari di beni e servizi di lusso, nonostante rivestano carattere di essenzialità. L’IVA al 22% rappresenta il principale ostacolo economico-fiscale e il più rilevante dissuasore sociale al conseguimento dei nuovi obiettivi strategici - nazionali, europei e globali - per la sanità animale e la sanità pubblica”.
Secondo l’ultimo rapporto Assalco-Zoomark, il 40% delle famiglie italiane convive con uno o più pet e oltre l’80% dei connazionali riconosce i vantaggi di vivere con un animale da compagnia che allevia lo stress, contribuisce all’educazione di bambini e teenager, incide positivamente sull’equilibrio familiare e, tra gli anziani, aiuta a prevenire vari disturbi dovuti all’età.
Tuttavia “l’impoverimento economico” determinato dall’emergenza sanitaria ancora in corso “rende gravoso sopportare il peso fiscale del mantenimento degli animali”, con il rischio di deprimere la domanda di salute e di nuocere alle strategie di prevenzione. Di qui la richiesta al governo di rinnovare un impegno peraltro già assunto in sede di discussione della precedente legge di bilancio.
“Siamo ostinati - afferma la Brambilla - e insistiamo su una proposta di buon senso, per applicare concretamente il principio “one health” di cui da tempo l’Organizzazione mondiale della Sanità si fa portavoce, e per stimolare la ripresa rafforzando una delle filiere più dinamiche e resilienti della nostra economia, in armonia con il progetto europeo di riforma dell’IVA che dovrebbe favorire la transizione ecologica, quella digitale e la salute pubblica”.
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