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LUDOPATIA: SITUAZIONE PREOCCUPANTE

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Sabato 12 Luglio 2025

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La notizia è dirompente: la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del decreto Balduzzi del 2012 che vietava la messa a disposizione di apparecchiature che consentano l’accesso al gioco, sia legale che illegale, ossia praticato al di fuori della rete dei concessionari o dei soggetti autorizzati. Detto in soldoni, è illegittimo il divieto di mettere a disposizione, in qualsiasi pubblico esercizio, apparecchiature che consentano di giocare sulle piattaforme online.

“Questa decisione rischia di vanificare la lotta alla ludopatia e tutto il lavoro contro la diffusione del gioco d’azzardo. In particolare, va a inficiare i regolamenti comunali, che cercavano di regolamentare le distanze, ad esempio dalle scuole, mettevano una serie di paletti disincentivanti che ora vengono meno. Il pericolo è che il gioco d’azzardo si diffonda ulteriormente, senza controlli”, commenta Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, che segue la tematica in IX Commissione Sostenibilità sociale, dove di recente è stata presentata e discussa la Relazione sullo stato d’attuazione delle Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico.

“Alla decisione della Consulta si aggiunge l’accordo che è stato preso in Conferenza Stato-Regioni dove si è deciso che le Regioni beneficeranno del 5% del gettito che arriva dagli apparecchi fissi come le Vlt, cioè le videolotterie, e le slot machine denominate Awp, per destinare questi soldi al contrasto al gioco d’azzardo. Sembra paradossale perché da un lato questa decisione, assieme alla sentenza costituzionale, smantella tutto il lavoro che si sta facendo in questi anni, favorendo enormemente la diffusione del gioco, perché adesso ce lo troveremo davvero sotto casa e vicino alle scuole, dall’altro i proventi dovranno essere utilizzati per contrastare questa situazione che si è appena creata. Assurdo”, continua la dem.

“Quello che è chiaro, invece, è che si favorirà l’accesso al gioco anche a chi non lo farebbe. Tra l’altro, venendo meno tutti i regolamenti, si produrrà un grosso limite per le autonomie locali. D’ora in poi, dovranno far valere il loro intervento solo facendo leva sull’aspetto della salute, studiando regolamenti ad hoc. Ma è limitante come argine. Soprattutto, bisognerebbe avere i dati dall’Autorità dogane monopoli per metterli a disposizione dei comuni, in particolare quelli piccoli, affinché tengano sotto controllo la situazione”, fa sapere Vallacchi.

“D’altra parte, anche gli esercenti andrebbero maggiormente coinvolti, con un senso di responsabilità rispetto a chi vedono giocare nei loro esercizi in maniera preoccupante. Nel frattempo, attendiamo il riordino del gioco d’azzardo: quello telematico è già stato fatto, quello fisico doveva avvenire quest’anno, ma è stato rimandato al 2026. Anche qui, però, bisogna capire in che direzione andrà e dipenderà molto da come lo si imposterà. Potrebbe essere una soluzione positiva o peggiore dell’attuale”, dice la consigliera Pd.

“Sicuramente un tema importante è quello dei controlli, anche per evitare la fioritura degli esercizi illegali. Andrebbero fatte costantemente le verifiche, ma la polizia locale è in grande difficoltà in quanto gli agenti sono pochi e i comuni piccoli non hanno nemmeno il comando. Già oggi non riescono a controllare, se si aumentano i punti di gioco, anche in seguito alla decisione della Corte costituzionale, il rischio è che sfuggano quasi completamente”, conclude Vallacchi.

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