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NON SI PUO' DEROGARE DALLA LEGGE

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Sabato 15 Settembre 2018

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A margine della manifestazione che venerdì pomeriggio si è svolta in piazza Broletto a Lodi, il sindaco Sara Casanova ha ricevuto alcuni rappresentanti delle famiglie cittadine di Paesi non europei che chiedono di accedere alle prestazioni sociali agevolate del Comune e ha spiegato la posizione dell’amministrazione.

“Giustamente la normativa impone di concedere agevolazioni sulle prestazioni sociali solo a chi è in grado di produrre la documentazione necessaria a certificare il proprio reddito e il proprio patrimonio, e questo vale per tutti, italiani e non" conferma il sindaco in un comunicato ufficiale. 

"Per i cittadini non europei questa documentazione deve essere reperita nei Paesi d’origine. La legge italiana non ammette autocertificazioni, del resto come si potrebbe verificarne la veridicità? Noi non neghiamo a nessuno i servizi - che sono accessori e non obbligatori (asilo nido, mensa, scuolabus, pre e post scuola) - ma chi non presenta le certificazioni indicate pagherà la fascia massima delle tariffe previste, qualora decidesse di usufruirne. Si tratta di una libera scelta delle famiglie e non di un obbligo" ribadisce la Casanova.

"Il Comune, in assenza di documenti, non ha modo di conoscere quali redditi e beni i cittadini stranieri possiedano all’estero. Solo applicando il regolamento, che rispecchia la normativa nazionale e le direttive regionali, sarà quindi garantito un uguale trattamento per tutti e un aiuto concreto a chi ne ha realmente bisogno. Venerdì - osserva  il sindaco - ho incontrato una delegazione di manifestanti che mi ha presentato le proprie ragioni. Da parte mia ho ribadito che non si può derogare all’applicazione della legge italiana e che quindi il Regolamento comunale per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate rimarrà in vigore per l’anno scolastico in corso, anche nel rispetto di un provvedimento votato a maggioranza in Consiglio comunale".

"Ricordo infine - conclude Sara Casanova - che mandare i figli a scuola è un obbligo e impedire la frequenza a dei minori per protesta è grave: le scelte dei genitori non possono e non devono incidere sui diritti dei figli. Le opposizioni, andando in piazza e avallando strumentalmente questa scelta palesano la loro totale irresponsabilità politica”.

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