"Pare che una delle disposizioni che verranno attuate al momento della riapertura graduale dopo il lockdown, pur nello s(S)tato di incertezza e di confusione che ci caratterizza, sia quello di prolungare l'isolamento degli anziani. 

NON CI SIAMO E NON CI STIAMO.

Anziani chi? C'è chi dice a partire dai 65 anni,chi da 70 e chi 75. Senza nulla togliere all'anagrafe impietosa,è opportuno che anche la terminologia debba rapportarsi alla situazione attuale.

L'aspettativa e le condizioni di vita infatti,sono ben diverse da quelle di qualche decennio fa e oggi parlare di anziani a partire dai 65 anni è semplicemente anacronistico.In sociologia,una delle scienze umane che vanno per la maggiore,si definisce la fascia 65/75 anni come quella dei giovani anziani,laddove a noi piace far cadere l'accento,non solo tonico,sulla prima parte dell'apparente ossimoro. Cio' detto, non se ne parla di tenere in casa i giovani anziani,una volta dato il via libera agli altri,ma neanche gli anziani tout court.

Categoria questa che ha già pagato un alto tributo di vittime(troppe) in questa devastante pandemia,non solo e non tanto perché gli anziani sono fragili, e spesso con patologie plurime,quanto perché non hanno avuto la giusta attenzione,sono stati privati cioè della loro dignità di persona(leggasi al riguardo tutto il racconto crudele sulle RSA e dintorni)

NON CI SIAMO E NON CI STIAMO.

A prescindere da tanta stucchevole retorica sulla generazione che è uscita dalla guerra e ha saputo costruire col proprio duro lavoro l'Italia migliore, (sacrosanta verità comunque),ciò che ci preme evidenziare è che questa generazione,raggiunta la piena maturità ,non si è venduta il cervello. Lo sa benissimo che le polmoniti interstiziali,alla base dell'infezione da Covid 19, colpiscono maggiormente le persone avanti con gli anni e patologie già in essere e sa comportarsi di conseguenza.

Ma, sempre questa generazione, una volta smesso il quotidiano impegno lavorativo ha mantenuto, recuperato e spesso potenziato molteplici interessi e curiosità intellettuali,che sarebbe offensivo solo pensare di sacrificare,prolungando loro l'isolamento sociale.

NON CI SIAMO E NON CI STIAMO.

Tutto ci si poteva aspettare tranne che vedere su manifesti di Regione Lombardia sparsi per la città, il messaggio "Se volete bene ai nonni,TENETELI IN CASA " Non so chi sia il geniale comunicatore di questa campagna per la salvaguardia della specie umana,ma è riuscito in un colpo solo a coprirsi di ridicolo e ad attirare su di sé l'indignazione generale.Manco fossimo mocciosi impertinenti,anche se la cosa potrebbe non dispiacerci del tutto.

NON CI SIAMO E NON CI STIAMO

Non pretendiamo di avere nel momento della graduale ripresa di una socialità recuperata,ancorche' non più come prima,percorsi facilitati e diversi dalle altre categorie,,ma neanche essere vittima di ageismo,brutta parola che sta per discriminazione per età e più in generale avversione nei confronti degli anziani.

NON CI SIAMO E NON CI STIAMO

Luci a S.Siro non ne accenderanno più,(per dirla col poeta il cui nome ci è ironicamente assonante,)lo sappiamo, ma per tutti e non solo per noi. Le nostre luci,per rimanere in questa metafora presa a prestito da tutt'altro contesto,e per attenerci al qui ed ora dell'Unitre ,realta' che conosco bene,erano le oltre 150 conferenze annuali,i corsi monografici,i laboratori espressivi,l'attività fisica e ludica,i momenti conviviali,gli spettacoli teatrali,i corsi di lingua,la visita a mostre.le gite e i viaggi culturali ...ecc. Siamo consapevoli che quelle luci non si accenderanno più come prima.Saranno più tenui,saranno di meno,ci sapremo organizzare(la tecnologia per fortuna non fa discriminazioni), ma non tenete a casa oltre,gli oltre 500 iscritti che a Lodi e nel Lodigiano seguivano tutto questo.

NON CI SAREMO E NON CI STAREMO

Non è un invito alla disobbedienza civile,percorso che non ci appartiene,ma un semplice, disperato grido di dignità".

Stefano Taravella, giovane anziano, Direttore Unitre Lodi