"Prima e forse persino più del merito di una scelta che appare priva di contenuti politici e sembra invece rispondere ad aspettative e ambizioni personali, a lasciare sconcertati sono state le modalità con cui Patrizia Baffi ha lasciato il Partito Democratico, affidate a tre righe di laconica comunicazione inviate in posta elettronica alla segreteria provinciale nel primo pomeriggio di venerdì 18 ottobre, rigorosamente dopo aver già dato la notizia alle agenzie di stampa.

Un comportamento che lascia senza parole, soprattutto considerando che non più tardi della sera di giovedì 17 ottobre Patrizia Baffi sedeva al tavolo dei relatori dell’incontro organizzato dal Pd a Tavazzano sui problemi che affliggono gli utenti del servizio ferroviario e più in generale il sistema dei trasporti pubblici, a fianco del collega in consiglio regionale Pietro Bussolati e del responsabile provinciale enti locali Giuseppe Russo, senza naturalmente che nulla abbia lasciato presagire, durante e a margine della serata, ciò che sarebbe avvenuto solo poche ore dopo e che è difficile credere sia stato frutto di una insonne notte di travaglio e riflessione.

Tutto ciò ferisce e offende tutti noi, perché ogni scelta, anche la più sofferta e controversa, è legittima e rispettabile, ma quando si decide di uscire da una comunità politica in cui si riveste un ruolo importante, rappresentandola in una istituzione come il consiglio regionale, senza che alla comunità stessa possano essere addebitati comportamenti che hanno indotto tale decisione, si ha il dovere di presentarsi a volto scoperto, di spiegarsi e di accettare il confronto.

Invece, tutto ciò che Patrizia Baffi ha concesso a quella che era la sua comunità (che l’ha sostenuta e affiancata, prima con il voto e poi con la collaborazione dei suoi organismi e dei suoi attivisti) è stata una fredda comunicazione via email, dal sapore di notifica della disdetta di un contratto di affitto, peraltro senza “congruo preavviso”.

Non è questo il modo in cui il Partito Democratico concepisce e vive l’impegno politico e istituzionale e a dire il vero questa differenza di sensibilità e di attitudine con Patrizia Baffi era già emersa per molti aspetti ed in numerose circostanze, con le difficoltà a mantenere un rapporto costante, con la sua sporadica partecipazione al lavoro degli organismi territoriali, con ripetute distinzioni sulla linea da tenere su alcune tematiche, con il disconoscimento di un principio di solidarietà che vede tutti gli eletti del Pd a cariche che prevedono indennità contribuire alle spese per le attività nei circoli e a livello provinciale".

Ripensando a tutte queste criticità, che la segreteria provinciale ha ripetutamente provato ad affrontare, con instancabile disponibilità al dialogo, è probabilmente un bene che l’equivoco abbia trovato un definitivo chiarimento.

Da parte nostra, non verrà meno il rispetto per la libertà di scelta che deve essere riconosciuta a Patrizia Baffi come a chiunque: le auguriamo buona fortuna, mentre alla nuova comunità politica in cui viene accolta auguriamo di non dover vivere le amarezze che sono state riservate ai Democratici lodigiani.